I lavori a maglia della designer Luisa Puccini

Il lavoro a maglia nasce da un’ esigenza, in passato era il modo più economico di vestirsi. Ora il fast fashion ci permette di vestirci con pochi euro.
Non si lavora più a maglia o all’uncinetto per necessità e risparmio, lo si fa per creare prodotti unici, che ci diversificano dalla massa e con fibre naturali ed etiche.
Da questo cambiamento nascono le figure delle designer, un lavoro molto complesso. Richiede innanzitutto creatività ma anche abilità matematiche, tecniche e una capacità per niente scontata di saper scrivere un modello o schema che gli altri siano in grado di capire e interpretare.
Ravelry ha permesso e permette a chi vuole approcciarsi al mondo del design di pubblicare e farsi conoscere in tutto il mondo.

Qualche tempo fa ho chiesto a Luisa Puccini, fotografa di professione e designer, di parlarmi un po’ di sé e della sua passione per il lavoro a maglia e uncinetto.
Ricordo di averla conosciuta proprio così, affascinata da questa sua foto ai filati Malabrigo.
Intervista a Luisa Puccini
Mi ha raccontato di quando da piccolissima si è avvicinata per le prime volte all’uncinetto e di come poi, negli anni, abbia deciso di dedicarsi al lavoro a maglia e del design.
Oggi voglio raccontarlo anche a te attraverso le sue parole, perché non solo ho trovato molto interessante ciò che ci racconta, ma credo anche che dal suo modo di esporsi traspaiano passione e puro genio creativo.

La prima domanda è sicuramente la più classica: come ti sei avvicinata al mondo del lavoro a maglia/uncinetto?
Premetto che non sono una designer professionista: sono una fotografa. Ho da sempre un gran bisogno di creare, manipolare, usare mani e colori. Da bambina ero affascinata da mia nonna che per anni ha lavorato su una coperta all’uncinetto fatta con un filo sottilissimo.
La guardavo e volevo imitarla. Ricordo che mi sedevo su uno sgabello nel suo negozio di alimentari e fra un cliente ed un altro mi insegnava a fare le catenelle. Avevo 4 anni. Da lì ho continuato con ogni forma di lavoro con i fili e i colori: dopo l’uncinetto, la maglia e poi il ricamo.
Imparavo dai libri e dalle riviste: non esisteva internet. Poi ho avuto le mie due figlie e dopo un po’ non sono più riuscita a continuare a lavorare: troppi impegni.
Qualche anno fa, parlando con la più grande, che ormai è una donna, le dissi che ero stufa delle maglie nere o grigie che si trovavano nei negozi, che avrei voluto un bel maglione blu. Così a Natale trovai sotto l’albero un bel pacco di lana azzurra e da lì ho ripreso a lavorare a maglia, senza più smettere, scoprendo poi Ravelry, e tutto il mondo che c’è dietro a portata di mano. Un bel cambiamento!
Cosa ti ha spinto a scrivere un modello tutto tuo? Quali sono stati i tuoi desideri e le tue paure?
In realtà non lo so, forse l’incoscienza. Sono caratterialmente incapace di seguire fino in fondo le istruzioni altrui. Apporto continuamente modifiche (e non tutte riescono….).
Il primo modello è nato così: ho fatto talmente tante modifiche ad un pattern che è diventato una cosa completamente diversa: delle istruzioni originarie non era rimasto nulla. Ho pensato che fosse venuto bene e senza troppe riflessioni, ho scritto le istruzioni e l’ho pubblicato.
È andata piuttosto bene, per come era nato e così ho deciso di riprovarci ed è uscito il secondo pattern, Under the sky of Leh shawl, di cui sono molto orgogliosa, perché è arrivato in testa alla classifica dei più hot di Ravelry. È stato incredibile: è stato scaricato un numero pazzesco di volte.
È stato lì che mi sono resa conto di quello che stavo facendo, di quanto alla leggera l’avessi preso. Probabilmente, se avessi avuto prima la consapevolezza di quanto vasto era il pubblico a cui mi stavo presentando, avrei avuto mille paure e alla fine forse non avrei neppure avuto il coraggio. Ma è andata. Adesso ho un mio gruppo Facebook di tester a cui mi affido per verificare i pattern e prendo molto più seriamente il difficile lavoro della scrittura delle istruzioni.
Dove trovi l’ispirazione per dare vita alle tue creazioni? Quanto è importante il colore? Lo scegli prima o dopo aver pensato alla costruzione del capo?

Le ispirazioni sono un po’ ovunque. Il più delle volte mi innamoro di un punto o di un colore e ci giro intorno fino a che non trovo il modo di esaltarlo. Alle volte invece sono le texture di oggetti o di luoghi. La maglietta Blue Mosque nasce dalla filigrana della parete divisoria della moschea Blu di Istanbul, che separa la zona delle donne da quella degli uomini, ad esempio.



Altre volte, e molto più banalmente, uso Pinterest.
Il colore è sempre fondamentale. In tutto quello che faccio il colore fa la parte principale, è quello che crea le emozioni e che può far funzionare o rovinare completamente un lavoro.
Come credo molti creativi, sono una confusionaria: mi innamoro di un filato per il suo colore e lo compro. Poi sta lì, fino a che non trovo l’idea giusta. Spesso prendo in mano i gomitoli li accosto, poi li scambio, ne provo altri vicino. Quando sento una vera attrazione per la combinazione che ho davanti agli occhi, quello è il momento di partire con il disegno vero e proprio.
Qual è la cosa più strana o inusuale da cui hai tratto ispirazione per un tuo progetto?
Tra tutti i tuoi modelli, ce n’è uno di cui vuoi raccontarci qualcosa di particolare o magari di inedito?

Ho viaggiato molto nella mia vita e i viaggi sono una fonte inesauribile per qualunque ispirazione. Della maglietta Blue Mosque ho già detto. Posso invece raccontare che lo scialle Under the Skys of Leh, è nato in Ladakh, proprio a Leh, che ne è la capitale.
Sulla città domina una fortezza e sopra la fortezza una cima dalla quale partono mille bandierine buddiste. Ovviamente siamo sull’Himalaya e quindi Leh è molto alta. Salendo prima alla fortezza e poi sulla cima, si ha una vista infinita di picchi montuosi incredibili. Uno dietro l’altro, uno dietro l’altro all’infinito, finché le cime diventano blu e si confondono con le nuvole.
Questa idea si è trasformata nel punto brioche dello scialle che sfuma nel pizzo, mantenendo lo stesso disegno a zig zag, come le montagne. Inutile dire che in Ladakh tutti lavorano a maglia, e che sono tornata portandomi dietro un certo quantitativo di meraviglioso cachemire nonché qualche chilata di più normale lana comprata al mercato. Irresistibile.



Siamo curiosi di vedere il luogo in cui nascono le tue idee, ci fai vedere dove lavori? Hai una stanza dedicata o da brava creativa hai tutto sparso intorno a te?

Non ho una stanza. Magari…. No, io nascondo la lana in ogni anfratto. Come credo molte/i di noi, la compro di nascosto e corro per precedere il corriere così posso infilarla dentro al primo posto insolito che trovo per non sentirmi dire: “ancora lana????” Adesso credo sia ovunque in casa e persino in ufficio!
Con che criterio selezioni i filati per i tuoi progetti? Cosa rende un filato perfetto per te e per i tuoi progetti?
Selezione??? Cosa è? Io mi innamoro a colpo di fulmine: un filato mi piace perché è ben ritorto, uno perché non lo è, uno perché è peloso, l’altro perché sembra morbidissimo… No, sono pessima in questo! Comunque per i miei modelli cerco sempre di non usare filati troppo costosi.
Credo che la maglia debba essere alla portata di ogni tasca: chi può permettersi i filati stupendi magari handyed (per i quali ho un amore appassionato) potrà facilmente sostituire il filato che uso con qualcosa di più bello ed essere certo che il lavoro verrà benissimo, ma chi non può affrontare un costo così alto, deve sapere che il lavoro verrà come lo vede nelle mie foto, perché io per prima l’ho fatto con filati economici.

In molti casi, quindi, uso filati Drops.
Mi è capitato di tingerli da sola e poi spiegare alle knitters come fare per avere quel bell’effetto handyed. Questa cosa è stata notata da molte knitters e mi sono stati inviati vari messaggi di ringraziamento per il fatto di usare filati alla portata di tutti.
A cosa stai lavorando attualmente e quali sono i tuoi obiettivi futuri? Ci fai uno spoiler?
Adesso sto lavorando a vari pattern estivi. È un po’ tardi, ormai, lo so, ma con una maglietta mi sono trovata in grosse difficoltà matematiche per il grading e questo ha frenato tutto il lavoro (e comunque non ci sono riuscita! La trasformerò in un maglione invernale e ne farò un pattern diverso!).
In questi giorni poi sto lanciando il nuovo test di una maglia a sprone circolare, visibile sul mio profilo Instagram (chi volesse partecipare…. cerco tester!). Poi ho un cardigan e una magliette di cui devo scrivere i pattern e sto già realizzando lo sprone di una nuova maglietta, e… niente, non riesco a starmi dietro. Alla fine non so se riuscirò a farle uscire in tempo. L’obiettivo è quindi senz’altro quello di organizzarmi meglio per il futuro e di essere più ordinata ed efficiente.
Pistola alla tempia
Maglia rasata o legaccio? Maglia rasata
Filato tinta unita o sfumato? Sfumato
Lace o bulky? Lace
Seguo un modello o improvviso? Improvviso, che domande 😀
Lavorazioni semplici o mi piacciono le sfide? Le sfide
Colori neutri o colori vivaci? Neutri in inverno, vivaci in estate
Scopri i modelli in italiano di Luisa Puccini



Dove possono trovarti i nostri follower?
Ho un profilo Instagram: sono Zen_of_Knitting .
Oppure ci si può iscrivere alla mia newsletter per avere spoiler, codici sconto e inviti ai test. Basta indicare la propria mail e il nome qui: https://thezenofknitting.netsons.org