Votazione primo episodio “Lavorando a maglia”.

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Votazione Concorso letterario primo episodio

Istruzioni per il voto: per eleggere il vincitore del primo contest occorre mettere mi piace su questo post e commentare col numero del componimento.  Chi avrà ricevuto più commenti sarà il vincitore. Si può votare da Facebook o dal sito fino al 15 Novembre. Buone letture!

Il mio primo lavoro a maglia

diLana e d’altre storie:

Se qualcuno mi avesse chiesto, avrei risposto che per anni pensavo d’aver combinato molto poco. Sembrava quasi non facessi niente. Presa dalle incombenze quotidiane, i giorni si infittivano quasi perdendo i loro connotati unici ed irripetibili. Intorno a me, le persone che amavo diventavano più vecchie, più grandi, più mature, addirittura autonome; qualcun altro se ne andava senza possibilità di ritorno. Come su un fiume ordinato, potevo quasi percorre lo scorrere che il tempo aveva avuto sulla mia esistenza navigandola. C’erano state delle anse, anni che sembravano fermi, lontani dalle correnti, come quelli in cui maturano i silenziosi frutti, anni di studio, di scoperta di sé; delle rapide, che per pochi giorni avevano accelerato la mia vita ed il mio cuore; ed improvvise spumeggianti cascate, in cui avevo preso delle decisioni irripetibili su cui non sarei mai più tornata indietro. Oggi riuscivo a vedere tutto questo scorrere, se qualcuno mi avesse chiesto, con la leggera indifferenza di una nuvola quieta in una bella notte di luna piena di luglio.

L’immagine è più bella della realtà, me ne rendo conto solo adesso. Se si è una donna, non c’è proprio niente di bello ad essere una nuvola! Avevo perso la mia energia, la mia vitalità, forse ero stanca, ma facevo fatica a ritrovare persino i miei ricordi. Cioè, a ricordare ricordavo tutto, ma non riuscivo a rivivere le emozioni; e ricordare senza emozionarsi, a cosa serve, a chi serve? Non a me, mi dicevo. Tenevo in mano le foto del mio matrimonio, del primo giorno di scuola di Roberto e dalla nascita di Giulia, ma dalle foto mi arrivava solo un bruisio di fondo, tutta quella vita, mi dicevo, dove è finita?

E poi, all’improvviso, così come pensavo che la quotidianità mi avesse scippato e defraudato della mia vita, con la stessa prosperosa noncuranza mi ripresentava i suoi doni. Sistemando un vecchio armadio in soffitta, tra i vari ammennicoli inutili e polverosi, saltò fuori, in un sacchetto ormai logoro, la prima copertina a maglia fatta da me. Bang! Avevo 25 anni, avevo scoperto qualcosa della vita e stavo diventando madre. E per la prima volta nella mia vita ero felice ed avevo paura, avevo paura per il parto, ma ero felice di avere un figlio che avrei amato e cresciuto, ma avevo paura di non esserne in grado, ma avevo grandi speranze per il futuro, ma ne avevo grande spavento. Ero molto confusa. Il mio corpo cambiava mese dopo mese, settimana dopo settimana. Giorno dopo giorno, così come Roberto cresceva dentro di me, io imparavo a lavorare a maglia facendo crescere insieme a mio figlio la mia sicura consapevolezza che lo avrebbe accolto sotto forma di una coperta di lana merino fatta da sua madre, fatta dalla madre, fatta da me.

1) Quella foto aveva vegliato su di me per anni. Dapprima nella mia camera, poi, una volta lasciata la mia casa natale, nella stanza dei bimbi, custode silente e amorevole del loro sonno. Solo in quel momento, mentre cullavo la mia bimba in fasce, cominciai a notare e a distinguerne gli amabili particolari. Mia madre ed io: lei vestita di un abito in lana color panna, maglione e gonna, sul primo un paesaggio variopinto con applicazioni di lustrini per farne risultare le figure, ed io, con un golfino dai colori neutri ed una piramide di coniglietti sul davanti, i miei animali preferiti. Avevamo fatto una puntatina insieme in merceria per trovare il brillantino perfetto per decorarne gli occhi. Quanto amore in quella foto. In un lampo mi tornò alla mente il ricordo chiarissimo del tintinnio dei ferri quando si toccavano, quando mangiavo pane e cioccolata tornata da scuola e la voce di mia madre mi chiedeva come era andata la giornata, mentre le mani, attente e operose, continuavano a lavorare. Fu un attimo. Adagiai con tutta la dolcezza del mondo la mia bimba ormai dormiente nella sua culla e mi diressi in soffitta. In alto, nell’armadione, bianca e rossa spiccava la borsa dei lavori della mia cara mamma, l’applicazione a forma di fragola ormai sbiadita e usurata dal tempo, ma i suoi tesori ancora sicuri e protetti: ferri di ogni tipo, lunghi, freddi, di metallo, tranne un paio di legno, un po’ mangiucchiati dal nostro cane. Erano rimasti lì, per quasi vent’anni, dimenticati e indolenti. Le maglie del cardigan nocciola a cui mia madre stava lavorando ancora vive, come ad aspettarla. Presi un paio di gomitoli, ormai ruvidi di polvere e di tempo passato, e una coppia di ferri, quelli scelti dal caso. Erano le prime maglie che montavo: troppo strette, eccessivamente tese, apparentemente impossibili da acciuffare e lavorare. I punti cadevano. Giro dopo giro, qualche maglia mi abbandonava per sempre, ormai esasperata dalla mia inettitudine. Eppure ne spuntavano sempre di nuove, con fare quasi miracoloso, per portarmi il loro incoraggiamento. Parevano dirmi: “Non mollare!”. Giro dopo giro, diritto dopo diritto, la mia frustrazione lasciava spazio a un’urgenza insaziabile e la mia sicurezza aumentava. Sentivo l’eredità di mia madre scorrere nelle mie mani: potevo imparare, anche se lei non era più con me per insegnarmelo. Potevo insegnarlo alla mia bambina, un giorno, quando sarebbe cresciuta: cappelli, sciarpette, maglioncini, vestiti per noi e per le bambole, con una complicità tutta nostra. Tre generazioni di donne legate da un filo di lana, da questa e dall’altra parte della vita, un’eco della memoria che saldava tra loro le catene delle generazioni. Ne nacque una sciarpa, verde muschio, piena di buchi, informe ed irsuta come un cinghiale, che ancora conservo sul fondo di quella borsa, e il rifiorire di un’inesauribile storia di donne, trascorso, presente e avvenire.

2) Leggere il post del mese e i commenti è come tuffarsi in una girandola di ricordi e di sentimenti che ti esplodono intorno come i fuochi artificiali della festa del paese!
Uno mi ritorna alla mente più nitido degli altri.
E’ una sera di agosto di ventotto anni fa: sto misurando il davanti e il dietro di un minuscolo maglioncino da neonato di un colore che mi piace tanto, un mattone quasi color oro. Tutti mi hanno detto che il colore non si addice ad un neonato, ed anche il tipo di lana, ma a me piace proprio tanto, peccato che ne ho trovato così poco: temo che non mi basterà!
Mio marito mi avvisa: è ora di andare! Sì, sono pronta per uscire, lascio lì sul tavolo il lavoro, tanto ritornerò tra un po’ e avrò tempo di sistemarlo prima di cena!
Devo solo fare il controllo del battito del mio bimbo, sono al penultimo mese della mia faticosa gravidanza, è tutto a posto, penso, perciò ritornerò presto.
Sono tornata a casa dopo più di un mese e, fortunatamente, con un piccolo affarino che strilla, piange, mangia e che ha stravolto la mia vita, l’ha riempita di senso!
Quante volte ho ripreso in mano, da allora, quel maglioncino, quel piccolo incompiuto che mi ricorda che se quella sera non fossi andata a fare quel controllo oggi forse non avrei uno scopo per vivere.
Lo guardo, me lo rigiro tra le mani: mi piace tanto quel colore!
Che ci faccio? E’ troppo poco per tutto!
Devo per forza dargli un uso? Che ci faccio? Lo ripongo via ogni volta, insieme ai resti di altre lane, ma con un’attenzione diversa: in realtà voglio che resti così, che mi ricordi quel momento. Lo accarezzo! Potrei diventare nonna, forse! Potrei farci qualcosa!

3) Ho sei anni, l’estate sta volgendo al termine e nel 1970 la scuola inizia ancora al 1° ottobre, per cui io tra poco sarò una “remigina” che andrà in prima elementare. Prima di iniziare questa avventura i miei genitori hanno voluto regalarsi e regalarmi un po’ di mare, in quel di Camogli, dove in questo periodo abitano i miei zii. Naturalmente con noi c’è la nonna Ines, qualche cugino e le giornate sono serene e divertenti, di quelle che andranno a costruire i nostri ricordi migliori.
La mamma, la nonna e la zia sono grandi appassionate di quasi tutto ciò che è handmade (termine che in realtà loro non conoscono e non conosceranno mai) e creativo, ma il lavoro a maglia è sicuramente quanto di più adatto a portarsi dietro in spiaggia o ai giardini pubblici oppure a fare compagnia la sera mentre si chiacchiera tutte insieme.
Io le guardo ammirata, mi chiedo come facciano con quelli che mi sembrano pochi, semplici gesti delle mani a realizzare tutte quelle meraviglie colorate e fantasiose. Vorrei imparare anch’io, ma temo che non mi prendano sul serio. Invece no, sono tutte entusiaste: immediatamente mi procurano un gomitolo e una coppia di ferri e fanno a gara a chi è più brava a farmi capire come funziona, si prodigano in spiegazioni, consigli e ognuna di loro ha qualcosa da insegnarmi.
Io penso che non riuscirò a combinare nulla, è tutto complicato, ma come si potrà mai, poi sono così piccola… e invece no, piano piano qualcosa prende forma e anch’io comincio a veder crescere il mio lavoro. Poco a poco si ingrandisce e mi chiedo cosa mai potrò ricavare da queste piccole strisce colorate, poi penso alle innumerevole coperte di varie fogge e dimensioni create da mia nonna e decido di realizzarne una anch’io.
Naturalmente non sono così veloce, impiego parecchio tempo, ma nei mesi successivi il mio lavoro prende forma, fino a che un bel giorno scopro che a breve avrò un fratellino o una sorellina. Non possiamo ancora saperlo, non esiste ancora l’ecografia, ma questa copertina così colorata andrà bene in entrambi i casi.
Quando nasce Massimo naturalmente pretendo che venga usata la coperta confezionata da me e la mamma mi accontenta, anche se onestamente si potrebbe utilizzare qualcosa di un po’ più carino e lavorato con più precisione, ma questa ha un valore affettivo incomparabile.
Ho compiuto da poco 50′anni, non ho mai smesso di lavorare a maglia, ho realizzato un sacco di cose e continuo a farlo, ma la mia mitica prima copertina è ancora a casa di mia mamma, che l’ha sempre conservata gelosamente tra i suoi ricordi più cari.

Vota il post, esprimi la tua preferenza 1, 2 0 3? e se vuoi di anche il perché!
Divertiti con noi, vivi appassionatamente!
 

Modello del mese,copertina neonato Copertina da bambino facile facile

Colonna sonora dell’episodio

 

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 Teniamoci vicini!

78 comments

  1. 1 perché tanto nasce dai ricordi!

  2. amorevolezza n.1

  3. eccezionale n.1

  4. Voto il N. 1, un racconto molto bello, scritto con una delicatezza spiazzante

  5. vito linetti

    coinvolgente n.1

  6. francesca caccia

    n.1

  7. N.1 la piu bella

  8. N.1
    Non ho parole, storia veramente toccante … verametne bella

  9. il n° 1: il più bello ed emozionante

  10. n.1
    semplicemente bellissima e comovente.
    bravissima

  11. n.1 wonderful

  12. La n.1 è quella che mi ha emozionato di più, ma da tutte traspare l’amore per il lavoro a maglia, la tradizione e la creatività. Complimenti!

  13. spreafico.automation@gmail.com

    n°1
    molto simpatico

  14. numero 1!!

  15. matteo biffi

    N.1 Bellissimo racconto

  16. Veramente originale n.3

  17. Veramente originale.

  18. il numero 1..
    è toccante.. la mamma è sempre la mamma..
    complimenti..

  19. nr.1 la migliore!

  20. racconto n.1

  21. Voto il numero tre. Mi ha fatto ricordare l’infanzia e che anche io a 6 anni ho imparato a fare l’uncinetto.

  22. N°1
    bello 🙂

  23. 1 Voto la numero 1.

  24. Voto il n. 3: mi ha fatto pensare alla mia infanzia ed alla mia nonna …

  25. N. 1

    La più emozionante

  26. voto il n. 3!!!

  27. N. 1 perché mi ricorda con nostalgia quella mamma che aveva lavorato un bellissimo cappottino verde per la sua bimba e da sotto il cappuccio sbucavano degli occhioni scuri molto curiosi…

  28. N3 un racconto semplice ma carico di aspettative, adoro il senso di un lavoro incompiuto che fa memoria del proprio passato. complimenti un racconto emozionante e coinvolgente.

  29. N°1 molto emozionante

  30. n°1, emozionante e coinvolgente!

  31. N.1 ottimo lavoro.

  32. n. 1 bella!

  33. voto il N°1

  34. Voto il N 1
    Che belle parole cuore mi hai fatto piangere… Sei la numero uno!!!

  35. voto la n°1 ….una storia dolcissima e piena d’amore

  36. N. 1
    La più bella !!

  37. Molto emozionante!!!!

  38. Voto il racconto 1: è senza dubbio il più bello!!!

  39. N. 3 STORIA DOLCISSIMA

  40. N.1
    davvero dolcissima!
    Complimenti <3

  41. Che sciocca !! Mi sono dimenticata la cosa più importante
    N1

  42. Che sciocca !! Mi sono dimenticata la cosa più importante n1

  43. Io sono x le cose uniche!
    I lavori fatti manualmente sono come opere d’arte.nessuna potrà mai essere uguale all ‘altra!

  44. Vogliamo mettere un capo creato con le proprie mani!!! Una soddisfazione impagabile!!

  45. Numero 1!!!!!!!!!!!!!

  46. Voto la 1. Emozione pura!

  47. N. 3 troppo bella!!!!!!!

  48. Voto il n. 3 perché MG è la migliore !!

  49. N. 1
    Lasciare ai nostri figli dei ricordi bellissimi della propria infanzia è la cosa più bella e gratificante che c’è nell’essere genitori, ricordi e sensazioni che li accompagneranno per tutta la vita. Come i ricordi e l’amore che ti ha lasciato tua mamma e che tu lascerai sicuramente ai tuoi figli.

  50. 1 per la dolcezza … Lei veglierà sempre su di voi…

  51. Voto il numero 1, racconto emozionante, stile di scrittura meraviglioso! Una parola tira l’altra!

  52. Voto il n. 3….perchè sono colui che è stato avvolto nella copertina!

  53. Voto il n. 3: mi ha fatto pensare alla mia infanzia ed alla mia nonna …

  54. N. 1
    Dolcissima ed emozionante…brava!!

  55. Simone Biffi

    N. 1
    Lo so che il mio voto è un pò di parte, visto che si tratta della storia scritta da mia moglie, ma permettetemi di dire che già quando avevo letto il brano la prima volta mi aveva emozionato per un motivo semplicissimo: traspariva Amore.
    E’ bello pensare che abbia iniziato lavorare a maglia perché in quei momenti ri-sente l’amore di sua mamma.
    In poche righe emerge l’amore che dedica ai suoi lavori, lo stesso amore che non manca di avere con i nostri figli e soprattutto con un marito troppo impegnato come me.

    1. n.1
      molto emozionante.
      brava!
      sicuramente trasmetterai a tua figlia lo stesso Amore che tua mamma ha trasmesso a te e che si legge tra le tue righe.

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