Prima di cominciare, ricominciamo dai nuovi lavori a maglia estivi che la designer tedesca ha realizzato per quest’anno. Si tratta di due modelli estivi, o tardo primaverili che rispecchiano pienamente la capacità tecnica ed estetica che i lavori della designer Ankestrick hanno.
Equilibrio ed essenzialità rimangono sempre al centro dello stile dei lavori a maglia della designer, anche in estate!
La prima è una maglia estiva a mezza manica dalla forma comoda e piacevole, ideale per un capo estivo che ci accompagni dentro alla stagione calda con eleganza.
Summer TamTam è un modello goduriosamente estivo, anche per questo ti consiglio di usare un filato pensato proprio per questa stagione come ad esempio Ito Gima o Ito Kinu.
Bella, comoda e con un fresco collo a barchetta che saprà accompagnarti nelle giornate più calde e più belle di questa estate. Da notare il segno di stile in cui sono realizzati collo e polsini, mentre la vita scende comoda ed appena accennata.
L’altro modello che la designer ha realizzato quest’anno per la stagione estiva, è il delicatissimo modello di maglia a mezza manica Spring (notice).
L’uso dei colori e la delicatezza del modello ne fanno un capo che mette voglia di riposare e di farsi accarezzare al tiepido sole del tramonto.
Un degradare di grigi che portano al rosa della vita. A differenza del modello precedente, qui la molla è più alta e più spessa, anche il collo è più stretto, ma sempre e comunque molto largo.
Scrive la designer su questo modello:
Il maglione è lavorato senza cuciture in tondi in un unico pezzo dall’alto verso il basso. Dopo che il collare è stato lavorato, il giogo è modellato da aumenti per corpo e maniche e aumenti
radiali aggiuntivi fino alla separazione delle maniche. I punti delle maniche vengono quindi messi in attesa, i punti delle ascelle vengono lanciati e si continua a lavorare sul corpo con un certo colore che blocca le nervature in basso.
Dopo che il corpo è completato, i punti delle maniche vengono posizionati sui ferri per lavorare le costolature nel giro.
Ultimo in ordine di arrivo tra le creazioni di Ankestrick è il pullover Rime, realizzato con il filato nato per l’inverno 18/19 della casa di filati giapponese Ito, il filato in seta e lana Shimo.
Il pullover riprende il classico stile elaborato dalla designer, con in più questa volta una bicromia che segna l’aventi e il retro del maglione.
Una scollatura a V generosa, più comoda che generosa, detta lo stile di una maglia che vuole essere comoda e piacevole da indossare.
Segnale ulteriore di stile, la manica sinistra ha una appendice al polsino del colore del retro richiamandolo, ma soprattutto evidenziando una voglia di giocare che, come vedrai leggendo l’atricolo, contraddistingue tutta la produzione della designer.
Qualche consiglio per i filati da usare se desideri realizzare questo modello? diversi e di diverse case, come ad esempio Drops Baby Alpaca col quale è stato realizzato diverse volte; ma per rimanere in ambito più estivo, io ti consiglio di nuovo Ito Washi in carta e viscosa.
In un passo in uno dei sei tomi del suo libro a fumetti Strangers in Paradise, Terry Moore, uno dei più talentuosi scrittori di nuvole degli ultimi anni, scrive citando Antoine de Saint-Exupéry: “La perfezione è raggiunta non quando non c’è più nulla da aggiungere, ma quando non c’è più nulla da togliere”.
L’insostenibile equilibrio dei lavori a maglia
Detto da chi ha scritto e disegnato più di 2400 pagine per dire solo che senza l’amore nel mondo siamo “stranieri in paradiso” è una latente ammissione di colpa, forse.
E come sempre a questo punto la domanda che io stessa mi faccio è, ma tutto questo con la semplice attività di lavorare a maglia? un lavoro a maglia, alla fine, non è solo un pezzo di tecnica e di abbigliamento? Che c’entra tutto il resto? Perchè continuano ad incastrarsi intorno ai lavori a maglia pezzi di senso?
Mi sono risposta molto spesso, ad incipit degli articoli dedicati ai knitter designer, e sempre la risposta è stata più o meno la stessa, che i lavori a maglia, cioè, sono un prodotto artistico e che come tutte le creazioni artistiche dell’uomo ha in sé una parte informalizzabile che conserva trasmette e tradisce il vero senso delle cose, crocianamente, per dire; platonicamente addirittura.
Si, vabbé, ma che vuol dire?
Ankestrick, tolto tutto, rimane solo l’essenziale
Qualcuno tra noi possiede il dono della sintesi, sono quelli che riescono a dire con poche parole concetti profondi, di solito li chiamiamo poeti.
Esprimere una linea e lasciare che essa sia il fulcro e il fine di un lavoro a maglia, è, sintatticamente, come realizzare una poesia ermetica.
La base della poesia ermetica, e penso soprattutto a quella del primo Ungaretti, era una risalita, una riscoperta, attraverso i fonemi e le parole, di un senso di umanesimo e di fratellanza nella notte più buia della guerra.
Partire dai suoni, dalle unità base prive di significato, ma necessarie a crearle, questa è stata la scoperta della poesia ermetica, l’ultima grande stagione della poesia Italiana, a mio avviso.
Se spostiamo l’attenzione dal suono, dalle lettere che costituiscono la base del linguaggio umano e della poesia e la dirigiamo verso ciò che caratterizza le forme proprie del linguaggio del lavoro a maglia, abbiamo che alle lettere sostituiamo le forme e ai fonemi i punti a maglia.
Lavori a maglia e linee rette
Poche sono le cose noiose nella vita come una linea retta. Eppure per qualcuno, lo spazio puntiforme ed entiforme della linea retta è un luogo in cui l’immaginazione riesce a creare degli straordinari pezzi unici carichi di ispirazione.
Alla base del lavoro della knitter designer Ankestrick c’è proprio la linea retta. Alla radice della essenzialità del lavoro a maglia della stilista, la linea retta non solo è l’inizio, ma diventa anche il fine a cui la designer spesso ha puntato.
Il modello Berlin mostra proprio questa volontà: su una base realizzata in maglia rasata, una doppia fila di punti rovescio tracciano delle linee rette frante parallele che si alternano come i montanti dei binari di una ferrovia.
Il movimento è ottenuto quasi per negazione. Per accentuare ancora maggiormente il senso di rettilineità lo sprone sulla spalla non è ottenuto tramite la lavorazione raglan, bensi attraverso il continuous che pone una cesura tra spalla e busto regolarizzando le forme.
La line retta, le linee rette nei lavori di Ankestrick tornano molto spesso, segno che per la knitter designer la razionalità e la coerenza strutturale sono molto fonte di ispirazione.
Le linee rette infatti oltre che essere presenti nella lavorazione del filato, si presentano spesso come ispirazione cromatica.
In questo senso i modelli a maglia come ad esempio Versio, oppure Holsten condividono proprio nella linea retta e nella sua interpretazione un motivo ricorrente.
Proprio questi ultimi lavori ricordano per essenzialità e per ricerca della purezza molti esiti compositivi di una connazionale di Ankestrick, cioè la knitter designer Isabell Kraemer a cui abbiamo dedicato un articolo contenuto nella serie i Grandi designer.
Con Isabell Kraemer, Ankestrick condivide proprio la razionalità compositiva.
Anche negli scatti fotografici lo sguardo sui modelli rimane razionalmente fissato sul soggetto e non cerca nessun tipo di compiacenza o di complicità negli occhi di chi guarda ed osserva.
Tutto è teutonico e strettamente razionale.
Pensa al modello April in Berlin: il modello del vestito è delizioso, retto, elegante, essenziale; anche la luce è un taglio retto sul modello.
Cosa togliere ancora nei lavori a maglia?
La scelta razionale e la voglia di un estetismo puro comporta una pulizia assoluta. Togliere tutto quanto di inessenziale c’è in un lavoro a maglia però comporta anche un rinnovamento nell’uso che del capo se ne fa. Ma spesso però non riesce immediatamente a proporsi come definitivo nelle reinterpretazioni che le altre knitter ne danno.
Il bellissimo modello di cardigan Wippet è non solo un grande pezzo di bravura compositiva dalle le linee delicate e morbide. Soprattutto però, quello che emerge come scarto è il lavorio della trama che scompagina lo sguardo da una calma
apparente e confortante nella linea della maglia rasata, consueta, appagante e rassicurante. Il lavoro traforato sul retro e sulle maniche rende il modello innovativo.
Ma non è finita, può sembrare una cosa banale, ma in questo modello non ci sono i bottoni…
Cioè un cardigan senza bottoni. La designer ha scelto coerentemente alla sua volontà di pulizia compositiva di togliere i bottoni dal cardigan, ma poi, chi lo ha realizzato, spesso, i bottoni ce li ha rimessi, e la differenza tra il modello originale e quello riproposto da altre knitter è implacabile:
Non sembra neanche lo stesso modello. La realizzazione dei punti è perfetta, ma è bastato mettere quattro bottoni, abbottonarla un paio di volte e il cardigan è diventato un pezzo quasi informe.
Prima era un pezzo di razionale interpretazione delle linee, poi è diventato, magari più comodo, forse; ma certamente meno equilibrato.
Una volta tolte le cose, rimetterle a posto non è la scelta giusta, spesso anche nella vita e non solo nei lavori a maglia.
Ancora eliminare
Un altro cardigan ai ferri, questa volta però è quasi più dichiaratamente un bolero, ma il senso è lo stesso del cardigan precedente, ancora più esasperato.
Il modello è Diary.
Un bel modello equilibrato e curvilineo, lavorato similmente al modello precedente nella commistione dei punti, ma con un collo molto avvolgente e gradevole.
Visto nel dettaglio, una volta chiuso, stringendolo sul petto, appare tutto l’equilibrio di una sorta di coda di rondine.
Senza bottoni, pulito, essenziale ed equilibrato.
Secondo te, se invece di un bottone ci metto una spilla, che succede all’equilibrio compositivo? alla valorizzazione delle forme, al piacevole scendere ed accarezzare sui fianchi delle code di rondine sul davanti?
Diventa una sorta di fagotto al cioccolato!
Lo studio che la knitter designer ha realizzato su queste forme, apparentemente semplici e naturali, nascondono una sensibilità straordinaria e per niente comune.
Tutto mira alla essenzialità, alla eliminazione del superfluo per puntare ad un essenziale estetico su cui, una volta che la designer è riuscita ad arrivare, diventa impossibile tornare ad aggiungere.
Ora, senza farsi prendere dall’entusiasmo, però questa cosa non è comune. Individuare una cifra stilistica su cui quando qualcun altro ci mette le mani si capisce, è una cosa che se anche non ha a che fare con l’arte, è certamente ad essa molto affine…
Libertà, curve, no form
Nella vita di ciascuno di noi arriva sempre il momento in cui la direzione retta non basta più. Qualcuno ci si fa male, qualcun altro scopre il senso della propria vita.
La linea retta è una sicurezza, avere una scrivania pulita, una cucina in ordine, il piano di studi rispettato, ti offrono l’illusione che il mondo possa essere un posto ordinato, che il secondo principio della termodinamica sia un evento che non riguarda le tue cellule.
Invado il campo di Tzugumi e cito un architetto:
“Non è l’angolo retto che mi attira. Neppure la linea retta, dura, inflessibile, creata dall’uomo. Quello che mi attira è la linea curva, libera e sensuale. La linea curva che ritrovo nelle montagne del mio paese, nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle nuvole del cielo, nel corpo della donna amata. L’universo intero è fatto di curve. L’universo curvo di Einstein …...” (Oscar Niemeyer) |
Puoi imbrigliare il mondo in curve razionali, in linee rette e in schemi essenziali, ma prima o poi tutto questo, probabilmente, ti sarà stretto.
Delle incursioni nel caos sono piacevoli e certamente liberatorie.
In questo senso, le creazioni di Ankestrick meno rettilinee ed essenziali, rappresentano un aspetto della sua vena creativa certamente presente, ma non approfondita ancora.
In questo modo la lettura di alcuni suoi modelli come ad esempio Boe, oppure Mrs Garter sono una sorta di eccezione che conferma la regola.
Per poter andare dritti, qualche volta bisogna per forza girare!
La designer, architetto, blogger di Knitting And Cakes.
Se dovessi definire lo stile di Ankestrick con un solo aggettivo non avrei dubbi, lo chiamerei essenziale. Pochi capi dalla linea pulita, adatti ad ogni stile e ad ogni fisico – nonostante il suo sia assolutamente perfetto – tutti realizzati con tecnica impeccabile e decisamente al di sopra di qualsiasi moda passeggera.
Negli anni sessanta l’arte minimalista prevedeva grandi volumi geometrici, unità elementari primarie, monolitiche, con forme cubiche, rettangolari e simili, elementi organizzati in strutture aperte e sequenze seriali; i materiali utilizzati erano strettamente connessi alla forma e ai colori che coincidono con quelli del materiale stesso oppure si limitavano al bianco e al grigio.
Spesso le opere venivano realizzate attraverso procedimenti industriali, a scapito dell’artigianalità, e nonostante qui la manualità sia la componente principale, la designer lavora in maniera così precisa da rendere i suoi modelli appunto quasi “industriali” .
Tutti i modelli a maglia sono prese dalla pagina Ravelry di Ankestrick ed in qualche modo modificati. Trovate i link ad inizio articolo cliccando sul logo e sull’immagine della designer.
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Teniamoci vicini!
Tutto molto bello….vorrei poter acquistare i libri in italiano con spiegazione dei modelli….ho imparato da sola a fare il topdown…vorrei tanto perfezionare la tecnica…. poi questo titolo di lana è d`altre storie….mi ha subito conquistata….complimenti e un saluto e abbraccio a tutti
Grazie mille, i suoi modelli puoi acquistarli su ravelry
Stupendi tutti
grazie mille
Vorrei x favore le istruzioni dei punti sull’ultima giacca di lana MRS.Garter..grazie..non sono una professionista..ma mi piace molto lavorare a maglia
Ciao, le spiegazioni del modello le trovi cliccando sull’immagine
Molto molto bello questo articolo, grazie mille!
Grazie!
Fantastico articolo!
Grazie mille
Direi assolutamente perfetti.
Grazie
Anke forever! Bellissimo articolo! 🙂
Grazie, lei ci è piaciuta molto!